Consigli, errori da evitare e prezzi del cappotto termico
Tipi di materiali isolanti usati per l’isolamento a cappotto
A seconda delle tue esigenze puoi scegliere tra diversi materiali per l’isolamento. Nella scelta, è importante non basarsi solo sul loro prezzo ma anche e soprattutto sulla loro qualità. Esistono principalmente due tipi di materiali usati: quelli sintetici e quelli naturali/minerali
Materiali sintetici
Tra i più usati ci sono il polistirene, espanso o estruso (ESP e XPS), e il PVC. Questi materiali hanno un costo notevolmente inferiore rispetto a quelli naturali e hanno ottime caratteristiche isolanti.
Materiali naturali e minerali
Consistono in pannelli di origine naturale, come quelli in fibra di legno o vetro, sughero e lana di roccia. Questi materiali non solo sono ottimi isolanti termici, ma anche acustici. Tuttavia, possono essere molto costosi perché richiedono una lavorazione più lunga.
Per saperne di più su quale sia il materiale giusto per te visita questa pagina
Isolante termico: cosa bisogna considerare
per scegliere correttamente l’isolante occorre valutare il potere coibente del termoisolante cioè il valore della ‘conducibilità termica’ (λ): più piccolo è il valore della λ maggiore sarà il potere isolante del materiale. Di conseguenza per isolare bene la propria casa conviene scegliere materiali con una bassa conducibilità termica.
è lo spessore migliore sarà il comfort termico. Oggi, però, esistono materiali in grado di isolare con spessori contenuti.
Infine bisogna analizzare lo sfasamento termico, cioè il tempo (in ore) impiegato dal calore per passare attraverso un materiale e raggiungere conseguentemente l’interno dell’abitazione e il potere traspirante del materiale, cioè la ‘resistenza di diffusione al vapore’ (µ).
Anche lo spessore del materiale influisce nell’isolamento: maggiore
Un’altro doverosa osservazione prima di realizzare la posa in opera dei panelli per sistema a cappotto è la “prova a strappo”; consiste nell’accertamento del fondo presistente su cui bisogna lavorarci , individuare una porzione e dare una prima mano di rasante con armatura e lasciarlo ad asciugare per 10/15 giorni .
Trascorsi i giorni si ci reca sul posto e si prova a tirare .. se si strappa ( se la rasatura con rete e l’intonaco vecchio vengono giu’ bisogna fare un pre-trattamento prima di iniziare il cappotto) , se invece si stacca solo il rasante e l’intonaco rimane intatto allora possiamo procedere con la posa dei pannelli isolanti .
7 errori da evitare nella posa del cappotto termico
La durabilità di un isolamento termico a cappotto è strettamente legata alla sua posa. Un cappotto può durare 5 anni quanto 50 anni: dipende da come viene posato.
Qui di seguito abbiamo raccolto i 7 errori più comuni, quelli da evitare per avere un risultato ottimale. È importante anche tener conto del giusto spessore del cappotto termico.
1. Mancato posizionamento del profilo di partenza
Il profilo di partenza è un elemento essenziale su una struttura già definita. Ha due benefici: come prima cosa consente di sollevare il cappotto da terra per evitare sia il contatto con il pavimento sia eventuali infiltrazioni. Posizionarlo bene è dunque fondamentale: così non si compromette il resto della struttura. Perciò suggeriamo il posizionamento del profilo di partenza a un’altezza non inferiore ai 2 cm.
Inoltre il profilo di partenza garantisce la linearità: è un utile riferimento per allineare l’intera struttura, garantendo la corretta applicazione dei pannelli.
2. Errato incollaggio dei pannelli
Quando si posano i pannelli sul supporto vanno fissati in modo da stabilizzarli e impedire che si muovano o si incrocino tra loro, rendendo tutta la struttura più instabile e, di conseguenza, anche pericolosa. Per questo motivo l’incollaggio deve essere realizzato con attenta precisione.
Le lastre dei pannelli devono essere posizionate dal basso verso l’alto e sfalsate di almeno 25 cm le une dalle altre. In questo modo si garantisce un’equilibrata distribuzione delle tensioni, evitandone la separazione derivata da movimenti interni.
3. Non riempire le fughe e le fessure
Quando si applica un cappotto termico bisogna prestare attenzione anche alle fughe e alle fessure. Queste si creano durante la posa dei pannelli isolanti, quando questi non sono perfettamente accostati.
Se le fughe superano i 2 mm devono essere opportunamente riempite con materiale isolante; nel caso non superino i 5 mm può essere impiegata anche una schiuma isolante a bassa densità. È importante effettuare questo riempimento: aiuta ad evitare che il rasante penetri nelle fessure creando differenza di spessori e ponti termici.
4. Errato incollaggio della rete di armatura
La rete di armatura è una rete in fibra di vetro che serve da supporto per il fissaggio del cappotto termico. Serve per supportare le tensioni che nascono nello strato di rasatura, dunque è importante utilizzare rete in fibra di vetro apprettata antialcalina. Affinché svolga bene il suo ruolo è necessario procedere correttamente all’incollaggio, inserendo la rete in due mani di rasante.
La rete di armatura deve essere applicata al centro o nel terzo esterno dell’intonaco di fondo; prima viene steso l’intonaco di base, poi viene inserita la rete dall’alto verso il basso, infine si applica ancora rasante per la completa copertura della rete.
Molti appoggiano la rete al supporto applicando quindi una sola volto l’intonaco di base: questo è un errore. Così facendo la rete perde la sua funzione di armatura, rendendo l’intonaco più soggetto ai cambiamenti ambientali.
5. Utilizzo di diversi materiali isolanti
Un altro errore comune nella posa del cappotto termico è l’impiego di diversi materiali isolanti spesso non idonei ai supporti o non compatibili tra di loro.
È un aspetto a cui bisogna prestare molta attenzione, perché compromette le azioni sui pannelli. I pannelli, infatti, hanno una risposta diversa in relazione al comportamento termico (come diversi valori di conduttività) e al comportamento tensionale (come diversi valori del coefficiente di dilatazione termica).
6. Errata posa del collante
Il collante va steso con movimenti precisi, altrimenti i pannelli rischiano di deformarsi a causa di tensioni generare da variazioni termoigrometriche, creando fessurazioni su tutte le giunture e causando infiltrazioni d’acqua e crescite di muffa.
Una corretta posa del collante è la posa a cordolo perimetrale e punti centrali. Questa tecnica garantisce che la superficie di colla, dopo aver accostato e premuto il pannello verso la parete, copra il pannello isolante per almeno il 40%. Permette inoltre di tenere fermo il bordo esterno del pannello isolante.
7. Errori nella fase di tassellatura
Nel posare un cappotto termico gioca un ruolo importante la tassellatura; se nell’applicarla vengono commessi degli errori, l’intera struttura del cappotto termico ne risente, sia in termini di durata sia di estetica.
Va realizzata solo dopo la presa e l’indurimento del collante. I passaggi per una corretta tassellatura sono: determinazione del tipo di supporto, determinazione della quantità di tasselli, scelta dello schema di posa, esecuzione dei fori, inserimento dei tasselli.
I tasselli di ancoraggio meccanico devono essere applicati in numero adeguato e in punti stabiliti, seguendo lo schema di posa che si è scelto (solitamente si usa lo schema a T o a W). Bisogna far attenzione che non penetrino troppo nella parete, altrimenti si potrebbe verificare un disallineamento dello strato esterno dei pannelli isolanti.
Cappotto termico interno o esterno?
Cappotto termico esterno
Se c’è la possibilità di intervenire sugli esterni, è questo il tipo di isolamento da privilegiare.
Con l’isolante esterno, le pareti resteranno più fredde d’estate e più calde d’inverno, a tutto vantaggio del confort abitativo.
Evitando, in aggiunta, la formazione di condensa e muffa.
A dispetto del fatto che l’applicazione del cappotto termico esterno sia più dispendiosa e richieda per i lavori l’utilizzo di carrelli elevatori motorizzati.
Innegabili sono i suoi vantaggi:
- • risparmio sui costi di riscaldamento e condizionamento della casa
- • protezione dalle infiltrazioni
- • miglioramento della classe energetica con conseguente incremento del valore dell’immobile.
Cappotto termico interno
Se non è possibile intervenire sulle pareti esterne, ad esempio nel caso in cui si tratti di un appartamento condominiale, si può optare per il cappotto interno, applicando dei pannelli isolanti di spessore minimo con una speciale malta direttamente sulle pareti.
Si tratta di un compromesso, in quanto:
- • il risparmio energetico raggiungibile è sicuramente inferiore rispetto alla soluzione esterna
- • si riduce, seppur di poco, la superficie interna dell’abitazione
- • non può essere applicato ovunque, per esempio non lo si può realizzare dietro le pareti della cucina
- • durante l’inverno, a causa della differenza di temperatura con l’esterno più freddo, l’umidità interna tenderà ad attraversare l’isolante, e il vapore acqueo creerà la condensa (molto meglio optare per isolanti traspiranti, come la fibra di legno, il silicato di calcio o il sughero, senza coprire la parete con gli arredi, che vanificherebbero la traspirazione).
Certo, non potendo fare diversamente, è bene comunque godere dei vantaggi che comunque garantisce:
- • tempi di realizzazione ridotti
- • minor costo rispetto all’impianto esterno
- • risparmio sulle spese di climatizzazione (anche se inferiore rispetto all’altro).
Il cappotto in intercapedine sta a metà tra i precedenti.
Viene adoperato sia quando sono già presenti delle intercapedini nei muri, che nelle nuove abitazioni.
Utilizzando come riempitivo soprattutto la schiuma poliuretanica.
Quanto costa il cappotto termico?
In generale, il costo oscilla da 40 a 80 euro al metro quadro, a seconda del tipo di pannello.
Nello specifico:
MATERIALE UTILIZZATO | COSTO AL MQ |
sughero | 30-50 € al mq |
lana di roccia | 4-20 € al mq |
silicato di calcio | 20-25 € al mq |
fibra di carbonio | 30-40 € al mq |
fibra di legno | 6-50 € al mq |
EPS (Polistirene Espanso Sintetizzato) | 8-15 € al mq |
Ovviamente un pannello non può essere scelto solo in base al suo costo, ma andranno valutati:
- grado di umidità della casa
- esposizione al sole:
*ubicazione dell’immobile e zona climatica (utile anche per stabilire la tecnica di installazione)
*tipologia di sistema: cappotto termico corazzato, cappotto fai da te, micro cappotto, cappotto termico antisismico
*marca dei pannelli: firme note sono più costose, ma anche qualitativamente “più sicure”.
Tutti aspetti tecnici di grande importanza, che consigliamo di far valutare ad un esperto del settore.